Storia del Martirio di San Sebastiano

Chiesa di San Sebastiano

Pietro Vannucci, detto il Perugino
1505

Nel 1505, per omaggiare il santo martire ritenuto “depulsor pestilentiae”, San Sebastiano, gli abitanti del centro di Panicale commissionarono l’affresco al maggiore pittore umbro del tempo, Pietro Vannucci, meglio noto come il Perugino.

La scelta del tema del grande affresco era dovuta al sacco, avvenuto a Panicale ad opera delle truppe del duca di Valentino, figlio di Alessandro VI Borgia, nel 1503, e la conseguente epidemia di peste che aveva colpito gli abitanti. Il Perugino firmò l’opera sul plinto centrale, dove si legge ancora, seppur a fatica il suo nome: “P(etrus) DE CASTRO“. SI può leggere la data 1505 in lettere sui pilastri del portico. Due anni più tardi, il 1 settembre 1507, Perugino ottenne il saldo finale di 11 fiorini, per il “S. Sebastiani depicte dicte comunitati Castri Panicalis et hominibus ipsius“.

Nel complesso, la scena dell’affresco con il “Martirio” è concepita come una rappresentazione astratta, formata da figure geometriche che rispecchia canoni compositivi dell’esperienza del Perugino alla Cappella Sistina e che esprime con forza il gusto per l’antico. Il panorama dipinto sullo sfondo è invece quanto di più realistico possa richiamare Panicale, quale splendida terrazza sul Trasimeno.

Agli occhi di un viaggiatore inglese della metà del XIX secolo, il Martirio di San Sebastiano di Pietro Perugino, da lui dipinto nel 1505 nell’omonima chiesa di Panicale, era non solo da considerarsi fra i capolavori del maestro di Città della Pieve, ma meritava questo entusiastico commento: «The figure of St. Sebastian is singularly beautiful, exquisite in colouring, and with the form and proportions of an Apollo. This great work will amply repay the inconvenience of leaving the high road.» (Handbook for travellers in Central Italy, London, J. Murray, 1864).

Quindi la straordinaria bellezza del San Sebastiano, la deliziosa cromia e le proporzioni degne di un Apollo, ripagavano ampiamente il disturbo della deviazione per raggiungere Panicale rispetto al percorso più battuto dai viaggiatori del tempo interessati ai monumenti e ai paesaggi centroitaliani, che da Perugia, seguendo il tracciato della via Pievaiola, attraverso Città della Pieve conduceva in Toscana, a Chiusi, o viceversa.

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