Monastero di San Donato di Ierna

L’antico monastero di San Donato sorge nel comune di Piegaro e prende il nome dal torrente Jerna che scorre li vicino. La fondazione dell’Abbazia non è certa, si presume che sia però databile intorno al XI – XII sec. I monaci camaldolesi, come pure altri ordini religiosi, fondarono numerosi monasteri e conventi subito dopo l’anno Mille e senza altre informazioni è probabile che anche quello di San Donato risponda all’esigenza di rinnovamento spirituale. Non ci sono informazioni sulla vita interna all’abbazia se non le conferme ed i rinnovi da parte delle massime autorità medievali, della dipendenza della struttura dal vescovo di Perugia. Infatti per certo si sa che era soggetta alla giurisdizione del vescovo di Perugia sin dal 1136, come si evince da una bolla di Innocenzo II datata Pisa 13 dicembre di quell’anno indirizzata al vescovo di Perugia, Rodolfo degli Armanni de Staffa, l’abbazia, camaldolese, è nota nelle antiche carte anche con l’incerto nome di San Donato de Gena, Gerla, Gerua. In un diploma di conferma di beni di Federico Barbarossa del 1163, è menzionata come “abbatia de Gerne“.

Ricordata nel 1206 da Innocenzo III e nel 1338 da Ludovico il Bavaro come ancora sottoposta alla diocesi perugina, verso la metà del XIV secolo venne abbandonata dai monaci passando alle dipendenze della chiesa di Santa Mustiola di Chiusi. Infatti, in un censimento del 1370 non appare più tra le proprietà della diocesi di Perugia. Nel 1471 fu soppressa, ridotta a commenda secolare e unita all’abbazia di San Giovanni di Monte Erile dalla quale apparteneva “de iure” la parrocchia. Nella relazione che seguì la visita, risalente al 1572, a San Donato di Ierna del rappresentante apostolico Della Rovere è riportato l’ordine di costruire il fonte battesimale a proprie spese; questo però non fu realizzato fino al 1817 a spese poi dei parrocchiani. Nel 1600 il vescovo di Perugia, Napoleone Comitoli, eresse la parrocchia in vicaria perpetua.

Esterno: Del complesso monastico rimangono poche tracce; oggi i locali annessi alla chiesa sono residenze coloniche. La chiesa parrocchiale invece, col titolo di San Donato, fu ampiamente ristrutturata nel XIX secolo, è in discrete condizioni. La facciata è stata realizzata in cortina di conci. L’esterno della chiesa è completato da un campanile quadrato. Esso è stato edificato utilizzando pietra e laterizi. Interno: l’interno, a navata unica e volta a botte, è ornato da tre ricchi altari, ognuno dei quali sormontato da una grande tela ad olio della fine del XVII secolo. La tela dell’altare maggiore rappresenta Gesù in croce tra la Maddalena addolorata e san Donato; quella dell’altare di destra raffigura La Madonna del Carmine, con ai lati san Giuseppe e un santo francescano; nell’altare di sinistra è La Vergine con il Bambino tra San Pietro e San Giovanni Battista. Ai lati dell’altare maggiore si aprono due porte: quella destra immette nella sagrestia, quella di sinistra in un piccolo vano dalle pareti affrescate, dove è collocato il fonte battesimale.

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